Officine Ortopediche Milano  

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Rubrica

Patologia del ginocchio ed uso di tutori

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Negli ultimi decenni,la diagnosi e la cura delle patologie del ginocchio,sia ortopediche che traumatologiche,hanno subito una notevole evoluzione.

Ancora negli anni settanta le indagini strumentali erano limitate alla radiologia tradizionale(peraltro di notevole importanza e spesso ingiustamente by-passata),alla stratigrafia, all'artrografia con contrasto gassoso o con mezzo di contrasto.

La evoluzione si è verificata con l'avvento della TAC seguita dalla RMN.

Anche la semeiotica clinica,forte dell'integrazione con i dati strumentali e l'approfondimento della biomeccanica,si è rivelata sempre più precisa nella diagnosi.

 

Fig. 1 Schema di anatomia del ginocchio

 

 

Dal punto di vista terapeutico poi,si è passati da un'epoca la cui caratteristica si può sintetizzare nella pinza da menisco dotata di denti talmente robusti che permettevano di effettuare una meniscectomia totale,all'artroscopia espressione nell'ambito ortopedico della chirurgia mini invasiva che si è andata affermando negli ultimi decenni.

Si è passati cioè da una chirurgia demolitivi ad una chirurgia di maggiore rispetto per i menischi e quindi per l'articolazione.

L'avvento poi dell'impianto protesico del ginocchio,sulle orme della protesi dell'anca ha radicalmente modificato il trattamento della patologia artrosica,sia degenerativa che post traumatica.

I miglioramenti legati alla terapia medica non sono stati altrettanto incisivi.

I componenti della cartilagine,assunti per os o iniettati in articolazione,ben difficilmente permettono di ottenere risultati importanti.

La riabilitazione ha invece acquisito un ruolo fondamentale in particolare nel trattamento post chirurgico delle lesioni traumatiche.

Un buon intervento non seguito da una adeguata riabilitazione,articolare e muscolare, può essere in parte vanificato.

Scarsi progressi ha fatto la prevenzione.Il nodo cruciale dell'eccesso di peso con sovraccarico delle strutture articolari,è molto spesso trascurato.La pratica clinica ci conferma ogni giorno che la triade rappresentata dall'obesità,la gonartrosi bilaterale e le sofferenze venose croniche è ben rappresentata nella popolazione.

 

Fig. 2 Esostosi femorali e tibiali in malattia esostosica

 

 

Caposaldo del trattamento,in numerose patologie del ginocchio,prevalentemente di natura traumatologica è,ancora oggi, l’immobilizzazione.
Anche in questo settore,gli ultimi decenni hanno portato a sostanziali modifiche.
L’immobilizzazione tradizionale è stata rappresentata dal gesso sia come ginocchiera chiusa che come emiginocchiera.
La particolare forma della coscia,spesso dotata di rivestimento adiposo in eccesso,la possibilità della perdita di aderenza con scivolamento in basso del gesso e conseguente decubito sul tendine d’Achille,l’intolleranza del paziente verso questo tipo di tutela e,non ultima,la progressiva perdita dell’abilità nella confezione degli apparecchi gessati,hanno portato a nuove forme di immobilizzazione.
Sono comparsi materiali plastici di più semplice applicabilità,ma anch’essi non privi di inconvenienti.
Spesso tali materiali necessitano di particolari “bollitori”per rendere plasmabile il materiale;particolare attenzione va posta alle superfici aguzze quando non taglienti.

 

Fig 3 –Condrocalcinosi bilaterale del ginocchio.

In forma acuta può essere necessaria l'immobilizzazione


Ma il vero progresso è stato rappresentato dall’introduzione dei tutori che hanno ampiamente superato il concetto della semplice ginocchiera “che serve per tenere al caldo il ginocchio”per acquisire stabilità,funzionalità e tollerabilità.
Nell’ambito del vasto panorama di modelli,giova ricordare la stabilizzazione della rotula, il tutore da indossare dopo gli interventi con la possibilità di graduare progressivamente la flesso-estensione,la possibilità di inglobare anche la coscia.

Naturalmente,nell’uso di questi presidi, va sempre osservata e valutata la condizione del circolo periferico venoso allo scopo di evitare dannose compressioni e rischi di comparsa di tromboflebiti.
Il tutore,prescritto dal medico ed applicato dal tecnico ortopedico,va controllato dallo stesso paziente che,qualora rilevasse difficoltà di qualsiasi genere,deve fare presente il suo problema allo scopo appunto di evitare che uno strumento di cura si trasformi in una causa di complicazione.

 

Fig. 4 Protesi totale di ginocchio

 

 

 

Prof.Dott. Emerico Luna

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